Il valore del "sommerso" in Italia
Vale circa 210 miliardi di euro il sommerso nel nostro Paese, pari al 12,4% del Pil. Il valore aggiunto generato dall’economia sommersa ammonta a poco meno di 192 miliardi di euro, quello connesso alle attività illegali (incluso l’indotto) a circa 18 miliardi. Secondo i dati Istat, nel 2016, la componente relativa alla sotto-dichiarazione pesa per il 45,5% del valore aggiunto. La parte restante è attribuibile per il 37,2% all’impiego di lavoro irregolare (37,3% nel 2015), per l’8,8% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l’8,6% alle attività illegali (rispettivamente 9,6% e 8,2% l’anno precedente). Le attività nel settore dei servizi (33,3% nel 2016), il commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (23,7%) e le costruzioni (22,7%) si confermano i comparti dove l’incidenza dell’economia sommersa é più elevata. Anche il peso della sotto-dichiarazione sul complesso del valore aggiunto risulta più rilevante nei medesimi settori: 16,3% nei servizi professionali, 12,4% nel commercio, trasporti, alloggio e ristorazione e 11,9% nelle costruzioni. Nel settore manifatturiero, l’incidenza è relativamente elevata nella produzione di beni alimentari e di consumo (7,5%) e molto contenuta nella produzione di beni di investimento (2,3%).