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Pmi: il modello 4.0 è ancora lontano


Il mondo delle Piccole e medie imprese italiane non è ancora pronto per la quarta rivoluzione industrial. Questo è quanto emerge dal VI Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese, redatto da Mediobanca e dal Cineas (Consorzio universitario no profit del Politecnico di Milano). Solo il 23% delle imprese analizzate ha cercato di innovare sia i macchinari che i processi di produzione. Il 37% invece ha cercato di ammodernare solo l’impianto di produzione mentre ben il 36% non ha messo mano in alcun modo a migliorie tecnologiche. Incoraggiante è il fatto che più del 25% di coloro che non ha rinnovato in alcun modo la propria azienda sia allo studio di nuove migliorie a carattere tecnologico. Analizzando le motivazioni che hanno spinto le imprese a innovare, si nota come per il 42% sia stata una necessità strategica , mentre per il 39,7% dei casi sia stato il bonus fiscale il catalizzatore primario. Interessante notare come tra coloro che non abbiano investito nel 4.0 la ragione principale con il 65% sia l’aver privilegiato di investimenti tangibili segno che l’industria italiana è ancora legata alla logica degli asset tangibili come testimoniano le parole del direttore dell'Ufficio studi di Mediobanca, Gabriele Barbaresco che sostiene come "in questo rinnovato scenario, gli asset intangibili, come il know how, il valore del brand, la reputazione, la formazione, stanno assumendo sempre più centralità”. Anche i darti confermano le parole di Barbaresco, la migliore crescita viene infatti realizzata dalle imprese tecnologicamente più avanzate.

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