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Brexit: Londra si avvicina sempre più a Bruxelles


Sembrava che fosse ad un passo dalla caduta il Governo della premier britannica Teresa May. Il tema che preoccupa è l’uscita del Paese dall’Unione Europea. Al 23 giugno 2016 risale infatti la data del referendum in cui i sudditi della Regina scelsero la strada della Brexit. I possibili scenari che, in questi due anni, si sono ipotizzati sono stati molteplici e il governo della May ha più volte rischiato di soccombere sotto il peso di questo processo mediatico. Per la premier la scelta di responsabilità era chiara. Questa scelta afferma “permette alla Gran Bretagna di riprendersi il controllo delle proprie leggi e delle frontiere, mettendo fine alla libera circolazione delle persone e che protegge i posti di lavoro”. Così facendo si è evitato il protrarsi delle trattative che avrebbe aumentato ulteriormente l'incertezza per l’economia d’oltremanica così come si è scongiurato il tradimento al voto elettorale che aveva espresso parere favorevole all’uscita del Paese dall’UE. Era grande la paura che potesse arrivare un voto di sfiducia per il Governo, ma per ora sembra che ci siano ancora spiragli per evitarlo. Quattro ministri dell’esecutivo tories si sono dimessi giovedì e la posizione della May è sempre più al vaglio del partito. Il leader dell’opposizione Jeremy Corbin accusa come l’accordo costringa la Gran Bretagna “a restare nel limbo per un periodo di tempo indefinito senza poter avere voce in capitolo”. Il problema sarebbe proprio la fase di transizione che inizierebbe dopo il 29 Marzo 2018, data di uscita ufficialmente concordata per il Regno Unito. Il Paese resterà a far parte ancora dell’unione doganale in attesa di raggiungere un accordo definitivo. Il provvedimento è stato pensato sia per evitare disagi doganali che per verificare che l'Irlanda del Nord non abbia trattamenti di favore rispetto alle regioni britanniche. Ora si aspetterà un nuovo report di Bruxelles e le parti si dovrebbero aggiornare in un meeting straordinario per il 25 novembre.

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