top of page

Un anno di MSCI FaCS


Mentre dal 2017 ad oggi il successo della sua innovativa e sofisticata gamma indici ESG si è consolidato sempre più distaccando la concorrenza e imponendosi, de facto, come lo standard per una generale oggettivazione dei criteri di sostenibilità, il 2018 di Morgan Stanley sarà ricordato come l'anno nel quale l'indiscusso leader dell'equity indexing ha portato l'approccio fattoriale ad un nuovo livello. Con MSCI FaCS, il provider prende atto del successo dell'investimento fattoriale, in particolar modo di quello multifactor, e di come questo abbia introdotto un nuovo modo di strutturare l'investimento tanto per il gestore che intende utilizzare ETF per indirizzare o mitigare la propria esposizione tanto per il piccolo investitore che vuole decidere non solo a quale settore esporsi ma anche secondo quale criterio, anche prospettico. I factors sono oggettivamente importanti drivers del rapporto rischio rendimento di qualsiasi portafoglio (1) e definire, per la sostenibilità, un linguaggio comune che espliciti l'esposizione fattoriale di ogni singolo benchmark è dunque il fine dei nuovi standard di valutazione, classificazione e reporting che oggi conosciamo come MSCI FaCS. La MSCI FACTOR BOX, ormai già disponibile per tutti gli indici MSCI e fruibile gratuitamente dall'investitore, è la sintesi di questo nuovo approccio, un modo per rendere immediatamente comprensibile tanto l'esposizione del portafoglio indice a ciascuno dei sei principali fattori (VALUE, LOW SIZE, MOMENTUM, QUALITY, YIELD E LOW VOLATILITY) che la sua misurazione. I factors prescelti sono stati identificati come quelli di massima importanza per l'investimento “di lungo termine”, de facto, prendendo anche in questo caso atto degli eventi osservati in questi due anni di successi per il segmento smart beta. Si recepisce, infatti, quello che è stato il verdetto del mercato sull'evoluzione dei prodotti smart beta, questo evidente soprattutto nell'anno che va a concludersi, ossia una netta preferenza per i prodotti che considerano più factors e la loro combinazione anziché un approccio single factor. La possibilità di combinare più fattori evita il rischio implicito che la concentrazione su un solo factor porta con se quando il contesto di applicazione è soggetto a mutamento, rendendo finalmente possibile un buy and hold di medio lungo termine sugli ETF. I replicanti rule based sono ora in grado di fruire di una parte considerevole degli strumenti meccanici da sempre nelle mani dei gestori per gestire i vari beta ma, come questi ultimi, non possono focalizzarsi sull'applicazione di una sola strategia se vogliono sopravvivere alla prova del tempo. Conoscere l'esposizione fattoriale implicita all'interno di un qualsiasi benchmark è certo cosa ben diversa dal puntare su una strategia che orchestra i singoli factors di modo da orientarne il risultato complessivo per il meglio e neppure le interrelazioni tra le esposizioni fattoriali dei diversi benchmark in portafoglio andrebbero date per scontate ma certo la disponibilità di queste informazioni porta a una nuova consapevolezza da parte dell'investitore, una consapevolezza in linea con i criteri MIFID II. Tuttavia, come accennato l'informativa offerta da FACTOR BOX va oltre, quantificando tali esposizioni in termini di sovra-esposizione e sotto-esposizione al singolo factor o identificando il portafoglio indice come neutrale a specifici beta. All'interno del BOX, MSCI riporta anche l'esposizione del benchmark di ordine superiore sui medesimi beta (ad esempio, per MSCI EUROPE Index avremo un raffronto con le esposizioni del parent index, in questo caso il MSCI WORLD e una precisa quantificazione). Il report porta l'informazione offerta ad un nuovo livello, qualcosa di necessario se si prende atto del fatto che l'impiego di ETF richiede non solo una buona capacità di scegliere strumenti idonei al proprio portafoglio di partenza ma anche, e qui la situazione può farsi più complessa, una profonda comprensione del rischi e del potenziale insito all'interno del singolo prodotto. Un altro problema, a più riprese discusso da analisti e issuers (Vanguard e Goldman Sachs si sono espressi in tal senso) riguarda poi l'effettiva capacità di complessi indici multifattoriali sottostanti a recenti ETF di garantire realmente le esposizioni fattoriali promesse a fronte delle importanti commissioni richieste. A tal proposito, il nuovo standard MSCI permette ora di valutare l'esposizione fattoriale di strumenti plain vanilla e confrontarla con quella di più sofisticati prodotti come anche, nella prospettiva di una rapida diffusione dei questi nuovi standard operativi ad altri index provider, di effettuare valutazioni più obbiettive tra multifactors strategici rendendo più difficile la sopravvivenza di prodotti inefficienti. Le valutazioni espresse da MSCI partono dalla singola azione e dalla sua esposizione al singolo factor per poi arrivare ad esprimere le valutazioni FaCS sull'indice, un approccio nella sostanza molto simile a quello osservato per le valutazioni di rating e scoring ESG, non a caso spesso definite a loro volta un factor vero e proprio. Come riportato nella tabella riassuntiva, le valutazioni sono operate in base alle consolidate metodiche MSCI Barra Global Equity Factor Mode ed attualmente ila copertura si estende ad un panorama di oltre 70000 azioni globali che vengono analizzate per stabilirne l'esposizione a 8 factors groups per ben 16 distinti factors complessivamente indagati.

1 Lo “style” conta

Secondo uno studio MSCI effettuato prendendo in considerazione dati che vanno dal 2003 fino alla fine del 2016, su oltre 800 fondi attivamente gestiti, elementi quali la scelta dell'industria, del paese, della valuta e lo stile d'investimento hanno contribuito a definire l'active return di un portafoglio azionario per il 55% del totale con la percentuale più importante attribuibile proprio allo stile d'investimento


Post correlati

Mostra tutti

Dalla rete

Questo canale aprirà presto!
Non ci sono eventi in programma
bottom of page