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Draghi, Bce: si indebolisce l’economia e aumentano i rischi


Durante il suo intervento nella riunione di politica monetaria, il presidente della Banca centrale europea ha precisato come l’economia dell’Eurozona è più debole di quanto previsto e saranno necessarie misure di politica accomodante da parte della Bce. Il presidente, sostiene che i rischi arrivano dal protezionismo che pesa sulla fiducia, dalle vulnerabilità dei mercati emergenti e dalla volatilità dei mercati finanziari. Inoltre, a breve, rallenterà l’inflazione per effetto del calo dei prezzi del petrolio. Nel suo ultimo anno alla guida dell’istituto centrale, ha inoltre sottolineato come le diverse incertezze sull’economia Ue, dal protezionismo, alla Brexit, al rallentamento della Cina e gli sviluppi politici in vari Paesi rappresentino un problema che minano la fiducia trascinando anche le sue economie. Per cui è prevedibile pensare a un lungo periodo di rallentamento dell’economia, ha concluso. Il presidente ha anche segnalato che c’è unanimità tra i governatori dell’area euro, i quali escluderebbero le probabilità di una recessione europea, in quanto il settore bancario si sta dimostrando molto più solido rispetto all'inizio della crisi. Le azioni previste a breve saranno di lasciare i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%. Invece, strumenti come le Tltro, i finanziamenti agevolati a lungo termine alle banche, al momento non saranno utilizzati, eventualmente serviranno per una strategia di politica monetaria. Inoltre, il Consiglio si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino all'estate del 2019, in quanto è necessario assicurare che l'inflazione si stabilizzi su livelli inferiori.

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