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Draghi, un Paese perde sovranità quando il debito è troppo alto


Durante l’audizione al Parlamento Ue, il presidente della Bce Mario Draghi ha sottolineato come grazie agli sforzi di tutti i cittadini Ue l'Eurozona è uscita dalla crisi. Lo dimostrano i 22 trimestri consecutivi di crescita e la disoccupazione al minimo da ottobre 2008. C’è sicuramente un indebolimento e la persistenza delle incertezze, soprattutto collegate a fattori geopolitici e alla minaccia di protezionismo. L'ambiente esterno è meno vivace del passato. L’Italia cresce meno di prima e significativamente meno delle attese, ma è troppo presto per dire se servirà una manovra correttiva, bisogna prima vedere quali saranno le uscite e le entrate fiscali, rispondendo a una domanda di un eurodeputato sull'Italia. Inoltre, ha evidenziato che un Paese perde sovranità quando il debito è troppo alto, perché a quel punto sono i mercati che decidono, e ogni decisione presa dal Paese viene controllata dai mercati, persone che non votano e che sono fuori dal processo di controllo democratico. Il debito viene prodotto da decisioni politiche dei Governi, quindi ha esortato i paesi della zona euro ad agire in modo unito sul fronte politico ed economico. Anche se importanti economisti come Benoît Georges Cœuré nel comitato esecutivo della BCE e Paul Robin Krugman, Nobel per l’Economia nel 2008 la pensano diversamente, cioè che non è il livello di debito pubblico che un Paese raggiunge oltre il quale “perde la propria sovranità” ma esiste semmai un rischio di inflazione e di iperinflazione. Comunque, la Bce supporta la dinamica di normalizzazione dell’inflazione, per la quale resta essenziale uno stimolo monetario significativo, aggiustando tutti i suoi strumenti per assicurare che l’inflazione si muova in maniera sostenibile verso i valori obiettivo, infatti punta ad avere un caro vita inferiore ma vicino al 2 per cento sulla media di 18-24 mesi.

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