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Banca d'Italia, cala il debito pubblico


Al 31 dicembre del 2018 il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.316,7 miliardi; a fine 2017 il debito ammontava a 2.263,5 miliardi (131,2 per cento del PIL). L'aumento del debito nel 2018 (53,2 miliardi) ha riflesso il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (40,6 miliardi) e il lieve incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (5,8 miliardi, a 35,1). L'effetto complessivo degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione del cambio ha accresciuto il debito per 6,8 miliardi. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 54,7 miliardi, a 2.230,9, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 1,5 miliardi, a 85,6; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile. Ma cosa è il Debito e cosa il Fabbisogno? La Banca d’Italia elabora il debito delle Amministrazioni pubbliche (cosiddetto “debito di Maastricht”). L’aggregato è calcolato in coerenza con la definizione adottata ai fini della Procedura per i disavanzi eccessivi dell’UE (Regolamento del Consiglio delle Comunità Europee n. 479/2009), sommando le passività finanziarie del settore afferenti alle seguenti categorie: monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, prestiti; le passività finanziarie sono valutate al valore facciale. Mentre, il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche è un indicatore dell’andamento complessivo dei conti pubblici valutato in termini di cassa. Esso può essere calcolato dal lato della formazione, come saldo tra le partite correnti, quelle in conto capitale e quelle di natura finanziaria; oppure dal lato della copertura, come saldo fra le accensioni e i rimborsi di passività finanziarie (monete e depositi, titoli diversi dalle azioni e prestiti).

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