Mercato del lavoro, la triste analisi del Cnel
Il Rapporto del Cnel evidenzia la pericolosità della vita lavorativa degli stranieri in Italia. I dati emergono dal dettagliato Rapporto sul mercato del lavoro giunto alla sua ventunesima edizione. Il fenomeno migratorio e i fabbisogni del mercato del lavoro fanno notare come in Italia un occupato su dieci è immigrato, cioè sono 2,45 milioni gli stranieri al lavoro, cioè il 10,6% dell’occupazione complessiva. Gli esperti, hanno anche considerato le cause fanno coesistere un così alto livello di occupazione di immigrati in presenza di elevati livelli di disoccupazione interna. La tipologia più diffusa di occupazione immigrata, manuale e scarsamente qualificata, riguarda attività che non possono essere trasferite in Paesi dal costo del lavoro più basso (costruzioni, servizi alla persona), e che sono pertanto esposte alla tendenza alla compressione del costo in ambito locale, come per esempi esternalizzazione e subappalto, risparmio in investimenti tecnologici e nelle misure di sicurezza, riduzione delle tutele per i lavoratori. Proprio per questo, gli immigrati compensano questo aspetto con il lavoro indipendente a fungere il ruolo di principale alternativa alle occupazioni dequalificanti caratterizzate dalle "cinque P" (pesanti, pericolose, precarie, poco pagate, penalizzate socialmente), delle quali il mercato del lavoro italiano tuttora purtroppo abbonda. Una situazione che si riflette anche negli infortuni: il 16,3% del totale nel 2018 e il 17% degli infortuni mortali.