Crisi sempre più profonda e tassi sempre più bassi: verso un modello nuovo
I cambiamenti degli equilibri e delle variabili all’interno dei sistemi economici e finanziari fanno parte dei processi di evoluzione degli stessi che nel tentativo di progredire ed evolversi cercano di adattare l’utilizzo delle risorse e le regole di tale utilizzo alle necessità più urgenti ed utili a combattere il susseguirsi delle crisi sistemiche. Così per esempio quello che appariva come uno stato temporaneo dovuto alle misure di politica monetaria adottate a seguito della crisi economica del 2008 sembra ora apparire più come una situazione strutturale: la riduzione a 0 dei tassi di interesse e la discesa dell’inflazione hanno trovato un nuovo equilibrio invece di risultare l’una il mezzo per rianimare l’altra. E se l’inflazione continuerà a scendere, come è possibile nei prossimi 6-12 mesi, con i tassi ufficiali che rimarranno stabili a zero in America e a -0.50 in eurozona, potrebbe accadere che i tassi reali saliranno nel momento peggiore possibile come accaduto in passato nella Grande Depressione degli anni Trenta, quando il mondo precipitò nella deflazione e i tassi rimasero bloccati sopra zero. Ecco che gli equilibri potrebbero nuovamente modificarsi e le variabili dei sistemi potrebbero prevedere tassi pesantemente negativi. Questo per far sì che i tassi effettivamente praticati ai debitori dalle banche e dal mercato obbligazionario possano azzerarsi, rendendo possibile la sopravvivenza di imprese che, se dovessero continuare a pagare un tasso positivo, rischierebbero di diventare insolventi. E per permettere di ostacolare la tendenza ad accumulare liquidità da parte di investitori privati e istituzionali, costringendoli piuttosto ad investire nelle economie reali ed in strumenti utili alla crescita dei sistemi stessi. E’ infatti accaduto che i tassi più bassi di questi ultimi quarant’anni hanno smesso a un certo punto di produrre effetti economici positivi perché sono stati visti come permanenti e non abbastanza bassi così che le famiglie, invece di spendere di più, si sono messe a risparmiare mentre le imprese, vedendo tassi a zero per tutto l’orizzonte prevedibile, hanno smesso di avere fretta di cogliere l’occasione rinviando gli investimenti. Il deteriorarsi del quadro macroeconomico oltre le previsioni a questo punto riaccende la possibilità di ulteriori ed importanti tagli dei tassi di interesse, verso livelli negativi sempre più profondi, tali da consentire al sistema di sopravvivere, permettendo alle imprese più indebitate di sistemare il loro passivo, allungandone la scadenza, ed agli investitori o risparmiatori, per esempio, di comprare una casa utilizzando un mutuo su cui incassare, non pagare, gli interessi.
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