App “Immuni”: tra chiarimenti e polemiche

La App scelta dal governo per tracciare i movimenti delle presone nella fase due dell’emergenza coronavirus, non è ancora scaricabile e già sono molte le polemiche. Prima di tutto è necessario chiarire che l’applicazione sarà scaricabile in modo volontario e non obbligatorio e l’utente risultato positivo al covid-19 potrà dare il consenso all’utilizzo dei suoi dati, in modo da rendere possibile la tracciabilità di tutti i suoi movimenti e risalire ai suoi contatti. Un algoritmo, a questo punto, avvertirà con un sms l’utente e contemporaneamente le autorità sanitarie, chiedendo di seguire un preciso protocollo. Le polemiche riguardano soprattutto la privacy ma il governo ha precisato che sarà garantita la sicurezza dei dati e per autorizzarla servirà una legge. Il premier Conte è intervenuto a chiarimento di ogni dubbio dichiarando che “l'applicazione sarà su base volontaria e faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazione nei movimenti o altri pregiudizi. Un team composto dal Ministero dell'Innovazione, della Salute e da esperti in sicurezza cibernetica sta affiancando il Commissario Arcuri al fine di implementarla nel migliore dei modi e con le più elevate garanzie. Mi riservo in una fase più avanzata di riferire alle Camere sui dettagli, il coinvolgimento del Parlamento deve essere pieno e stringente”. anche il commissario per l'emergenza Arcuri ha commentato che “il sistema di tracciamento è fondamentale per la Fase 2 , senza la mappatura tempestiva dei contatti le misure di contenimento non possono essere alleggerite. I dati anagrafici e sanitari dei cittadini dovranno essere conservati in una infrastruttura pubblica e italiana”. La app sarà disponibile per tutti a partire da maggio, con una iniziale prova, però, in regioni pilota. Se però un utente che ha scaricato la app e ha ricevuto il messaggio che è stato a contatto con una persona risultata positiva al coronavirus, non dovesse rispettare la prescrizione della quarantena a casa, sarà denunciato penalmente per epidemia colposa.