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Covid-19, crisi economica: rischio infiltrazione mafia

La crisi economica che stiamo attraversando ma che soprattutto attraverseremo una volta rientrato il contagio da Covid-19 è forse una delle crisi peggiori che il nostro paese ha dovuto affrontare. Se tra il 2008 e il 2011 hanno chiuso le serrande 190mila imprese e tra il 2012 e il 2017 abbiamo assistito ad un suicidio di 937 titolari di aziende in fallimento, la crisi del 2020 rischia di dare vita ad un aspetto ancor più grave, come spiega Luigi Cuomo, presidente di Sos impresa, l’associazione di Confesercenti che si occupa di contrasto al racket e alla criminalità organizzata, ossia che “non c’è solo il rischio di chiusura delle imprese, ma anche del cambio dei titolari. Rischiamo che si avvii un processo di infiltrazione di massa delle mafie nell’economia legale. La situazione è talmente grave che ci espone, ancora di più che nel passato, al rischio che la criminalità possa, con poca spesa e senza neanche atti intimidatori, comprare le piccole imprese, che si vedrebbero così trasferire in massa in una economia controllata dalle mafie”. Inoltre, c’è la possibilità di assistere nuovamente ad un suicidio di molti titolari di aziende esposte al rischio di usura: “i titolari di queste attività, per età hanno difficoltà a ricollocarsi sul mercato del lavoro. Se perdono l’impresa è un fallimento, non solo di natura economica ma anche personale. Rischiamo che tornino i suicidi degli imprenditori, con le famiglie messe sul lastrico”, come spiega Lino Busà, presidente di Sos imprese Lazio.

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