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Malattie infettive ed ecosistemi, un legame c’è

Il WWF, con il report “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi”, si è proposto di rimarcare lo stretto legame esistente tra salute dell’ecosistema e salute delle specie, compreso evidentemente l’uomo. È innegabile che la larga diffusione di malattie infettive emergenti, delle quali il covid-19 è solo l’ultima in termini di tempo, sia connessa alla crescente devastazione dei territori condotta dalla mano dell’uomo. Le foreste costituiscono infatti l’habitat di circa l’80% della biodiversità terreste, compresi virus e batteri, proteggendo di fatto la salute dell’uomo, in quanto agiscono quasi come un anti-virus. La natura e l’ambiente hanno, nel corso di millenni, sviluppato un delicato equilibrio che regola la convivenza tra le specie, equilibrio che l’uomo sta alterando senza sufficientemente considerare le conseguenze sulla sua stessa sopravvivenza. Come noto, la diffusione della pandemia in atto è derivata con ogni probabilità dalla trasformazione di patogeni che sono così passati dagli animali selvatici all'uomo, passaggio facilitato dalla «progressiva distruzione e modificazione degli ecosistemi dovuta alla penetrazione dell’uomo nelle ultime aree incontaminate del pianeta e al commercio, spesso illegale e non controllato, di specie selvatiche che, di fatto, determina un contatto intimo tra animali e i loro patogeni». Alla luce di tale considerazione il Report del WWF cerca di mitrare com il crescente impatto dell’uomo sugli ecosistemi, sulle specie selvatiche e sui cambiamenti climatici, indeboliscano gli ecosistemi naturali con conseguente facilitazione della diffusione di patogeni pericolosi anche per l’uomo. L’avvertimento è sempre lo stesso, la conservazione della natura e la riparazione degli ecosistemi deve essere considerato uno strumento essenziale per la tutela della nostra salute.

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