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Reclus Malaguti: cittadino


Un cittadino, prima di tutto. Che mise al centro del suo vivere, sia durante gli anni della Resistenza che, poi, durante la militanza nel Sindacato, il bene comune.

Con queste parole, il Sindaco di Bagnolo in Piano Paola Casali, ha voluto ricordare Reclus Malaguti: partigiano e sindacalista scomparso nel 1990.

Alla presenza di un centinaio di persone, dei figli e di molte personalità del mondo sindacale, cooperativo e partigiano, si è tenuta a Bagnolo in Piano, nel piazzale antistante la Coop, l'inaugurazione del monumento realizzato dall'artista Giuliano Iori e voluto dalla famiglia Malaguti per ricordare il padre, figura imprescindibile della storia reggiana di resistenza e cooperazione.

Non senza una comprensibile commozione, Secondo - uno dei figli di Reclus- ha ricordato il padre come un uomo giusto che ha contribuito in modo fondamentale all'educazione sua e dei suoi fratelli, instillando in loro i semi dell'idealismo e dei valori socialisti.

Un uomo che ebbe il coraggio di fare la "scelta giusta" -ha sottolineato il Presidente della Provincia Gianmaria Manghi- durante il periodo fascista, decidendo di entrare a far parte della resistenza partigiana per seguire quegli ideali di libertà e collettività che, con estrema coerenza, lo hanno guidato, poi, nella sua seconda vita da sindacalista e cooperatore.

Una passione, quella di Malaguti per la forma cooperativa, che gli faceva intravedere nella cooperazione stessa una forma di riscatto sociale prima ancora che economico, attraverso la quale il singolo individuo avrebbe potuto affrancarsi dal padrone. Emerge, dalle parole di Paolo Cattabiani di Coop Alleanza 3.0, un Reclus Malaguti cooperante che ha vissuto e contribuito, nella Camera del Lavoro di Reggio Emilia, alla nascita di Cooperative come quella dei muratori e dei braccianti. Un'azione, quella di Reclus e della Cooperazione reggiana in generale, mossa dagli ideali di solidarietà, poiché senza valori la cooperazione diventa irriconoscibile e perde identità.

Alternadosi alle letture, con uno splendido sottofondo musicale, di brani tratti da Lo scontro di classe -il libro scritto da Reclus nel quale l'ex partigiano narra la sua epopea- si sono succeduti gli interventi di Antonio Zambonelli dell'Anpi e Danilo Barbi della CGIL regionale.

Zambonelli ha ricordato l'esempio di Reclus come persona che, anche sotto la dittatura fascista, non ha mai smesso di sperare. Ed è grazie a uomini come Reclus, che hanno lottato per la libertà in una guerra che non era solo guerra civile, ma anche di classe, che anche chi, nel mondo di oggi, aderisce a schieramenti vicini alla parte politica contro la quale Reclus ha combattuto, è libero di esprimere le proprie idee.

Un mondo -secondo Danilo Barbi- le cui inquietudini rendono ancora più importante ricordare il cammino del Lavoro. Reclus, all'inizio del secolo scorso, è stato protagonista con la sua famiglia di quel cammino che non si è interrotto nemmeno dopo che alla soddisfazione per la vittoria contro il regime fascista è seguita la naturale disillusione per la consapevolezza di dover ricominciare tutto da capo nella difesa dei diritti dei lavoratori.

Poco prima delle note di Bella Ciao, ha concluso la carrellata di interventi il ricordo intimo e commosso di una delle nipoti di Reclus -Elisa Malaguti- che ha perso il nonno quando aveva 8 anni.


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