Finanza e tecnologia consentono di recuperare il gap nelle startup
Sono molti gli strumenti di finanza alternativa che - insieme all’Aim - sono sempre più utilizzati dalle piccole e medie imprese italiane per finanziare le loro strategie di sviluppo: basket bond, minibond, crowdfunding, direct lending, invoice trading, e altri ancora. Sono i dati presentati in settimana scorsa a Piazza Affari dal Politecnico di Milano, nell’ambito di una ricerca che ha però evidenziato di come l’Italia sia stato uno degli ultimi Paesi ad averne fatto utilizzo di queste forme di raccolta a livello europeo. Gli investimenti nelle start-up assomma a circa 25 miliardi di euro. In particolare 217 milioni sono confluiti sul lending e nello specifico sono stati indirizzati a startup innovative, di cui un terzo proprio a Pmi. Negli ultimi anni il cosiddetto Fintech ha quindi trovato terreno fertile per svilupparsi negli spazi di mercato lasciati scoperti dall’industria finanziaria tradizionale, grazie anche all’aiuto ricevuto in più occasioni dal legislatore con ritocchi normativi che hanno consentito al settore di partire per cercare di recuperare il terreno perduto.
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