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Giro d'Europa, la pazza idea dei corridori


Man mano che i giorni passano, gli avvenimenti sportivi di ogni genere vengono annullati, fermati o rinviati. Di sport nel mondo ne è rimasto poco: chi vuole vedere del calcio, per esempio, deve rifugiarsi nelle vecchie partite – oppure provare a sintonizzarsi sul campionato bielorusso, che si sta svolgendo regolarmente, e appassionarsi per le sorti della Dinamo Minsk o dello Šachcër Solihorsk, già avversaria del Toro in Europa League lo scorso agosto. In alternativa, ci sono le partite amichevoli on line dei cosiddetti eSports, cioè i videogiochi Pro Evolution Soccer e Fifa20, in cui partecipano le squadre di club ufficiali e le nazionali, regolarmente inquadrate nelle federazioni calcio.

Per il prossimo futuro, mentre il tira e molla sulla serie A e sulle coppe europee non accenna a rallentare, il programma degli eventi sportivi rischia di trasformarsi in un casellario vuoto. Almeno fino a fine agosto.

A fare eccezione a questa regola non scritta potrebbe essere il Tour de France, la cui partenza è prevista per il 27 giugno. Da qualche giorno, l'organizzazione della Grande Boucle sta considerando l'idea di far partire ugualmente il Tour, ma a "strade chiuse" e, probabilmente, con tappe ridotte. La possibilità non è stata esclusa neppure il ministro dello sport francese, Roxana Maraicneanu. Una soluzione che, dunque, è in fase di studio, ma problematica – prima di tutto per la salute degli atleti, che corrono per ore a stretto contatto, poi per la difficoltà di chiudere centinaia di chilometri. Nessun impedimento, invece, di tipo economico: i proventi del Tour vengono dai diritti televisivi, che naturalmente sarebbero salvaguardati.

L'annullamento di così tante manifestazioni sportive, e soprattutto dei Giochi Olimpici, darebbe flessibilità alla corsa, che potrebbe anche essere rinviata di qualche giorno – la Vuelta è in calendario dal 14 agosto, ma nulla vieta di farla slittare in avanti. O annullarla. Perché è intenzione dell'Uci far disputare tutte e tre le maggiori corse a tappe, magari spostando il Giro d'Italia a ottobre; tuttavia, nel caso in cui si dovesse scegliere, è lampante che sia il Tour la manifestazione più importante.

A meno che si decida di unire Giro, Tour e Vuelta e inventarsi una corsa a tappe di tre settimane che aggreghi le tre corse. Il "Giro d'Europa", un misto di 21 (o 24) tappe in grado di mischiare le emozioni del Mortirolo e dello Zoncolan con quelle di Ventoux, Alpe D'Huez e Angliru. Una corsa tutta da inventare, la cui idea era nata per scherzo alcuni giorni fa da Iván García Cortina, corridore della Bahrain-McLaren, fatta sua prima da Beppe Martinelli (diesse dell’Astana), e poi da Matteo Trentin, che in un tweet ha ipotizzato una partenza da Roma, un transito da Madrid e l'arrivo a Parigi.

Insomma: una battuta che, via via, si è trasformata in un'idea seria e ha guadagnato anche sostenitori nel mondo social, con l'hashtag #3GTn1.

Tra i possibilisti, anche il grande Bernard Hinault. "Il Tour non ha senso se fuori c’è la guerra", ha dichiarato il Tasso. "Abbiamo concesso terreno al virus. Finché non potremo uscire di casa, tutto resti fermo. La stagione potrebbe essere salvata con un Giro d’Europa che unisca le tre grandi corse a tappe”.

Più scettico, ma attratto dall'idea, Davide Cassani: “sarà molto difficile realizzare questo progetto, ma sarebbe bellissimo", ha dichiarato il ct azzurri a Rainews24. In ogni caso, ha aggiunto, “sognare non guasta. E allora perché non far sí che questo Gran Tour sia per squadre nazionali? Sarebbe qualcosa di mai visto prima”.

Per l'ex corridore Marco Vitali, invece, "pur essendo un'idea suggestiva e affascinante, a mio modo di vedere resta pazza e irrealizzabile", ha dichiarato alla Rsi. "E' molto più realistico pensare a dei giri accorciati, magari raggruppando certe corse. Ad esempio piazzando il Giro ad ottobre insieme a Lombardia e Sanremo".

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