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Il Consiglio d’Europa premia la Valle d’Astino

Il Consiglio d’Europa ha riconosciuto la Valle di Astino, splendido ambito naturale e monumentale incastonato nel cuore della città di Bergamo, con il “Premio Paesaggio d’Europa 2021 - Landscape Award of the Council of Europe”, premio assegnato ogni due anni alle realtà “che abbiano attuato una politica o delle misure relative alla salvaguardia, la gestione e/o la pianificazione dei paesaggi che dimostrino un'efficacia durevole e possano servire da esempio alle altre collettività attraverso l’Europa”. Il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, nato a seguito della sottoscrizione della Convenzione Europea del Paesaggio, ha cadenza biennale ed è stato organizzato per la prima volta nel 2008. Quella 2020-2021 è la settima edizione del Premio, con un costante incremento di partecipazione da parte degli Stati firmatari della Convenzione (a oggi 40). La Convenzione è il testo che impegna gli Stati membri ad agire in difesa del paesaggio, inteso non in termini semplicemente estetici, ma in quanto “elemento chiave del benessere individuale e sociale”, che deve essere gestito e pianificato tenendo conto delle “esigenze relative alla qualità dello specifico ambiente di vita” delle popolazioni europee. Ogni edizione è avviata con un invito ufficiale da parte del COE, rivolto ad autorità statali e alle loro rappresentanze a Strasburgo, le quali sono invitate a presentare le proprie candidature ai competenti Comitati di esperti mediante la selezione di un progetto rispondente ai requisiti indicati nel Regolamento del Premio. Ciascuno Stato membro firmatario della Convenzione si attiva quindi per selezionare in ambito nazionale il progetto da presentare quale candidatura del proprio Paese.

Dodici i progetti in lizza per il premio 2020/21, dai Paesaggi del Sale della Bulgaria ai Giardini di Timisoara, dalla Terra delle Api slovacca alla Val Bregaglia in Svizzera, tutti rispettivamente vincitori del Premio Paesaggio dell’anno del proprio rispettivo Paese. “Il progetto di Bergamo – sottolinea il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori - premiato dal Ministero della Cultura lo scorso 14 marzo e quindi candidato al Premio – è stato sviluppato nel 2020 in un passaggio estremamente critico nella storia della città: l’iniziativa, però, affonda le radici nel 2014, quando fu siglato l’Accordo di Programma che delineava il recupero della Valle e del millenario ex Monastero che vi è incastonato, oltre che nella vocazione di Città del Paesaggio che Bergamo ha sviluppato nell’ultimo decennio attraverso il Landscape Festival che ogni anno richiama paesaggisti da tutto il mondo” Non tutti sanno che la città di Bergamo è per oltre un terzo compresa nel “Parco Regionale dei Colli”, grazie a un’intuizione nata negli anni ’50 e divenuta concreta negli anni ’70 con l’istituzione del Parco. Questa speciale tutela del territorio collinare ha prevenuto l’edificazione incontrollata e preservato il polmone verde della città. L’Amministrazione guidata dal Sindaco Giorgio Gori mira ora al suo ampliamento per includere anche le aree verdi e agricole collocate a sud della città. “La Fondazione Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo – spiega il Presidente Fabio Bombardieri - ha raccolto l’adesione al progetto di candidatura del Comune di Bergamo, dell’Università degli studi di Bergamo (attraverso il Centro Studi sul Territorio) e di altri partner del territorio di Bergamo con la convinzione che la promozione del paesaggio sia parte integrante della risposta della città alle difficoltà della fase pandemica, e costituire un’importante leva di rilancio. Per Bergamo è stata anche l’occasione di un’armonizzazione dei numerosi filoni di intervento già avviati sul tema del paesaggio. Nella Valle di Astino – prosegue Bombardieri - sono concentrati gli elementi chiave sanciti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sul Paesaggio: si tratta infatti di un sito storico e identitario della città, su cui è stato effettuato un intervento volto alla salvaguardia del paesaggio, ma altresì volto alla promozione delle attività agricole e alla piena funzione dell’ambito in chiave ricreativa e turistica secondo precisi criteri di sostenibilità. La chiave di volta di questo intervento, che non si è limitato al recupero del complesso monastico ma che ha interessato l’intera valle, è stata la creazione di una sinergia tra pubblico e privato, con l’adesione delle maggiori istituzioni del territorio, ma anche degli agricoltori e delle popolazioni locali.” “L’ex Monastero – riprende Gorisi è così trasformato in un polo culturale che diffonde i valori del paesaggio e il territorio circostante, grazie all’istituzione di una sede distaccata dell’Orto Botanico e alla riconversione dei fondi agrari dalla monocoltura del mais a un mosaico di coltivazioni biodiverse e coltivate secondo il metodo biologico, in un presidio dei valori dell’agricoltura sostenibile. Il paesaggio è diventato fruibile per le famiglie e i cittadini, anche grazie alla costruzione di una mobilità dolce. L’ambiente è stato preservato con una rete di corridoi ecologici.” Negli ultimi mesi, infine, è stato siglato un ulteriore protocollo d’intesa, che coinvolge Fondazione Congregazione della Misericordia Maggiore, Comune di Bergamo, Università degli studi di Bergamo, Associazione Arketipos e Regione Lombardia per la creazione presso l’ex-Monastero di un Osservatorio e Centro Studi internazionale sul paesaggio, che renda sempre di più Astino – e la città di Bergamo – un punto di riferimento per la riflessione e l’innovazione sui paesaggi sostenibili. “Il riconoscimento Landscape Award del Consiglio d’Europa – commenta il Rettore dell’Università di Bergamo Sergio Cavalieri - non solo premia il lavoro ultradecennale che è stato fatto per recuperare l’ex monastero e la sua valle, ma indica Bergamo come punto di riferimento italiano e internazionale per la valorizzazione e la trasformazione del paesaggio a cui l’Università di Bergamo ha contribuito attraverso il Centro Studi sul Territorio Lelio Pagani e, in particolare, grazie a Riccardo Rao, docente di Storia Medievale e Storia del Paesaggio del nostro Ateneo. L’impegno dell’università di Bergamo a fianco della Confraternita Misericordia Maggiore, del Comune e della Regione Lombardia per la candidatura non è tuttavia un punto d’arrivo, ma di partenza. Nei mesi scorsi sono stati avviati specifici progetti di ricerca per lo studio del paesaggio storico della valle attraverso gli archivi, l’archeologia e le tecnologie digitali. Ma soprattutto è stato firmato un protocollo d’intesa che consentirà la creazione ad Astino di un Osservatorio permanente sul paesaggio e di un centro studi internazionale sempre sulle tematiche relative al paesaggio. In tal modo, l’Università di Bergamo intende proseguire il processo di consolidamento di Astino come centro di riferimento nazionale e internazionale per il paesaggio”.

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