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Tomàs Saraceno


Tomàs Saraceno è un artista argentino di 47 anni, formatosi fra Francoforte e Venezia, che si sta facendo strada fra gli artisti più promettenti dell’arte contemporanea. L’artista è nel pieno della sua carriera: ha esposto a Parigi al Palais de Tokyo nel 2018, alla Biennale di Venezia del 2001, 2003, 2009 e 2019 e dal 2005, con singole istallazioni, in tutto il mondo.

L’artista attualmente espone a Firenze la mostra intitolata “Aria” presso Palazzo Strozzi, fondazione che da anni investe sui maggiori esponenti dell’arte contemporanea come Ai Weiwei, Bill Viola e Marina Abramovic.

La mostra concepita per Firenze non è una retrospettiva ma presenta il cuore pulsante della poetica artistica di Saraceno. Tomàs è un artista che punta, attraverso la multidisciplinarietà fra arte, architettura, biologia e scienze, al superamento del concetto di confine sia in senso sia geografico che applicato a tutti gli ambiti del sapere. Tutto ciò si sviluppa tramite l’uso della tecnologia come strumento di studio per soluzioni sostenibili per il pianeta che nelle istallazioni si tramuta in strutture sospese e fluttuanti.

Chiave di volta per sviscerare il pensiero dell’artista è l’Antropocene cioè un’era geologica, ormai scientificamente riconosciuta, nella quale non è più la natura a condizionare la vita dell’uomo ma l’uomo a condizionare la natura e l’ambiente tramite il suo agire.

L’artista come controtendenza propone l’Aereocene: una rivendicazione dell’abitare l’aria. L’aria non dovrebbe essere percepita come un vuoto ma come spazio vivo e pieno. Questa sua conclusione parte da molto lontano perché già nel ‘600 il matematico e fisico Torricelli diceva “Noi viviamo sommersi nel fondo di un pelago d’aria”. Grandissima influenza pratica la si può ricondurre agli anni ’60- ‘70 attraverso gli architetti utopici che immaginavano “città sospese” auto sostenibili da poter abitare.

In natura esistono già degli animali che riuniscono tutte le caratteristiche illustrate da cui, infatti, Saraceno prende ispirazione: i ragni. I ragni vivono sospesi e riescono ad adattarsi da millenni ai cambiamenti naturali del pianeta Terra: hanno, ad esempio, sviluppato la pratica del ballooning per la quale, tramite la produzione di una particolare tela, usata come un paracadute, i ragni riescono a “volare” sfruttando le correnti ascensionali.

La mostra fiorentina si divide in nove installazioni, suddivise in nove sale; il filo rosso che le lega tutte sono i ragni e il concetto di connessione.



L’opera che racchiude in sé tutte le tematiche è Sounding the air. Si tratta di un’istallazione immersiva che si caratterizza da una stanza completamente buia, l’unica fonte di luce è concentrata sull’opera. L’installazione si caratterizza formalmente da cinque fili, come un pentagramma, di seta da ballooning , non in tensione ma tenuti insieme alle due estremità. Nella sala si trova un amplificatore per enfatizzare il suono delle corde di tela causato dal movimento indotto dallo spostamento dell’aria, determinato a propria volta dal movimento dei visitatori nella sala. Viene qui incarnato il concetto di connessione: se solo camminando si riesce a far produrre suono a dei fili sospesi, quali saranno le conseguenze del nostro sfruttamento del pianeta nel prossimo futuro?

Questa è solo una delle tante riflessioni che Tomàs rimanda in “Aria” partendo da tematiche attualissime esteriorizzate nella forma d’espressione più sacra: l’arte.


Arianna Laguardia

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