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Vite parallele: Beethoven e Schubert

Un'edizione speciale, la57ª, per il Festival Pianistico Internazionale 2020,una rassegna di grande valore simbolico ed emozione che torna a far battere il cuore della grande musica a Brescia e a Bergamo. Si è concluso l’evento che, come sempre, ha messo al centro del cartellone musicisti italiani. Giovani e non solo. Un formula, molto più concentrata,18 giorni di festival, dal 24 settembre al 12 ottobre, una rassegna che ha onorato la vocazione e la sua storia d'eccellenza facendo di un programma rivisitato un nuovo punto di forza, a cominciare da un modo tutto nuovo con concerti sull'intero arco della giornata. “Vite parallele–Beethoven e Schubert” il titolo della 57esima edizione. Franz Schubert resta il protagonista a lui verrà affiancato Ludwig van Beethoven di cui nel 2020 si celebrano i 250 dalla nascita. “Dopo la pausa forzata, dolorosa anche se necessaria, si è ripreso a fare musica. Musica dal vivo, non un surrogato–racconta il direttore artistico Pier Carlo Orizio – certo, non ancora una ripartenza a pieno regime, per questo ci vorrà ancora del tempo. Il ritrovo è stato al Teatro Sociale di Bergamo e nell’omologo bresciano, come pure nella stupenda cornice della Chiesa di Santa Maria del Carmine di Brescia. Sono stati circa 200 i posti disponibili nel rispetto dell’attuale protocollo di sicurezza. Si è cercato di soddisfare il maggior numero di spettatori, partendo dai nostri abbonati, che in questo periodo in particolare hanno manifestato tutta la loro amicizia nei nostri confronti, e che ringrazio per la forte e concreta solidarietà dimostrata". Durante la pandemia forte è stato infatti il sostegno degli abbonati, tanto che le rinunce al rimborso hanno superato quota 13 mila euro, un segno concreto dell’affetto intrinseco che lega il Festival al suo pubblico più affezionato. “Ricominciamo ripartendo dai giovani della nostra Filarmonica con Alexander Lonquich nella duplice veste di direttore/solista. Alexander venne presentato a mio padre da Nikita Magaloff. Eravamo alla fine degli anni settanta. Tanta acqua sotto i ponti è passata, eppure in tanti ricordano il debutto di Lonquich al Festival tra gli eventi memorabili. Molti dei pianisti che appaiono in cartellone son ben noti al nostro pubblico – continua Orizio – In particolare Federico Colli che ci ha regalato sul finire di luglio una splendida anteprima in un luogo così idiomatico per la storia del Festival, Calino, frazione di Cazzago San Martino. Lì nacque il Festival e lì fece i primi passi grazie alla tenacia e alla volontà di Agostino Orizio e al genio di Arturo Benedetti Michelangeli, che in quell’epoca risiedeva proprio nel comune di Cazzago. Amarcord? Sì, può essere. Il presente così incerto ci obbliga a ripensare al futuro proprio partendo da alcuni valori fondanti del passato, autentico ponte verso il futuro” ecco perché la 57esima edizione del Festival è stata idealmente dedicata ad Arturo Benedetti Michelangeli in occasione dei 100anni dalla nascita. Il cartellone bergamasco si è aperto con un'anteprima nella cornice di Lazzaretto con il recital di Andrea Bacchetti, realizzato in collaborazione con il Comune di Bergamo e UBI Banca. Ha inaugurato invece “Vite parallele” con un doppio appuntamento a Bergamo e poi a Brescia il duo pianistico Alexander Lonquich/Cristina Barbuti e la Filarmonica del Festival diretta da Lonquich con in programma Schubert e Mozart. In Città Alta il Festival ha mantenuto la formula dei concerti serali. Sul palco del Teatro bergamasco si sono susseguiti Filippo Gorini, la Filarmonica diretta da Pier Carlo Orizio con solista Federico Colli, Roberto Cominati, Giovanni Bellucci e Ilia Kim, Alessandro Taverna e Boris Petrushansky. Appuntamenti off teatro, quattro Concerti con i giovani talenti in Sala Piatti: il recital di Josef Edoardo Mossali e tre appuntamenti in collaborazione con il Conservatorio Donizetti dedicati a Beethoven e a Schubert. Il cartellone bresciano, ha sperimentato una formula mai adottata prima con 3 concerti giornalieri. Dopo l’appuntamento inaugurale, sono stati ospiti Giuseppe Albanese e il bresciano Federico Colli. Poi si è proseguito con i recital di Maurizio Baglini, Alexander Lonquich ed infine il concerto della Filarmonica diretta da Pier Carlo Orizio con solista Federico Colli. La Filarmonica del Festival, con la partecipazione straordinaria della cantante Annalisa Stroppa, ha chiuso la rassegna bresciana con due concerti gratuiti nella Chiesa di Santa Maria del Carmine con la Quarta Sinfonia di Mahler. Tanti gli sforzi per ricollocare la manifestazione fuori dal suo periodo abituale: a supportare la direzione artistica di Pier Carlo Orizio il nuovo Consiglio direttivo, guidato dal presidente Andrea Gibellini e importanti figure imprenditoriali e professionali del territorio. Sono per il nuovo triennio Marco Anzovino, Alberto Bartoli, Pierpaolo Camadini, Maurizio Faroni, Silvio Galli, Gregorio Gitti, Laura Salvatore Nocivelli, Marta Nocivelli, Marco Orizio, Enrico Ripamonti, Giovanni Rizzardi, Patrizia Vastapane, Roberto Vavassori e Stefano Vergano. Nuovi consiglieri per la parte bresciana Gianbattista Groli, Corrado Molgora e Enrico Zampedri, per quella bergamasca Laura Colnaghi, Daniela Guadalupi Gennaro e Matteo Zanetti. Tra i più richiesti pianisti della sua generazione, Giuseppe Albanese debutta nel 2014 su etichetta Deutsche Grammophon con un concept album dal titolo "Fantasia", con musiche di Beethoven, Schubert e Schumann. Già "Premio Venezia" 1997 e Premio speciale per la miglior esecuzione dell'opera contemporanea al "Busoni" di Bolzano, Albanese vince nel 2003 il primo premio al "Vendome Prize" con finali a Londra e Lisbona.


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